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Nel corso delle ultime sedute il quadro tecnico del mercato azionario italiano si è deteriorato. L’indice Ftse-Mib ha infatti subito una brusca correzione, innescata dalla marcata debolezza del comparto bancario, ed è sceso fino a quota 20.400 punti. L’analisi dei principali indicatori quantitativi evidenzia un pericoloso rafforzamento della pressione ribassista, con l’Macd e il Parabolic Sar che si trovano in posizione short mentre l’Adx evidenzia come la consistenza dei venditori sia aumentata in modo rilevante. Probabile quindi un’ulteriore flessione (alimentata anche dall’importante stacco dividendi che si verificherà all’inizio della prossima settimana) che avrà un primo target a ridosso dell’importante soglia psicologica dei 20.000 punti e un secondo obiettivo in area 19.750-19.700 punti. Un eventuale rimbalzo tecnico, alimentato dal forte ipervenduto di brevissimo termine, dovrà invece affrontare un primo ostacolo a 21.000 punti e una seconda resistenza, sia grafica che volumetrica, a 21.350-21.400 punti. Improbabile quindi il ritorno al di sopra di quest’ultimo livello.

Le borse del vecchio Continente. Le altre borse europee non hanno invece confermato il superamento di solide resistenze grafiche e hanno accusato una veloce correzione. Il Dax, ad esempio, si è scontrato con quota 9.800 (livello che coincide con i massimi assoluti raggiunti alla fine del mese di gennaio) mentre l’Eurostoxx50 è stato respinto dai 3.200 punti. La struttura tecnica di breve termine rimane costruttiva ma, prima di un nuovo allungo, è necessaria una fase laterale di riaccumulazione. Importante, sotto questo punto di vista, la tenuta dei supporti grafici posti in area 9.450-9.400 per il Dax e attorno a 3.130 per l’Eurostoxx50. Soltanto una discesa al di sotto di queste zone potrebbe fornire un segnale d’inversione ribassista. Al rialzo, invece, un nuovo segnale long di tipo direzionale arriverà con il breakout, confermato in chiusura di giornata, di quota 9.800 da parte del Dax. Un’analisi intermarket fornisce tuttavia diversi elementi di debolezza: il Bund ha infatti compiuto un nuovo spunto rialzista e si è spinto fino a quota 146,75 punti (nuovi massimi storici) mentre il cambio Euro/yen ha ceduto il sostegno posto in area 140-139,90, fornendo un pericoloso segnale d’inversione ribassista. Due segnali che sono incompatibili con il proseguimento del trend rialzista che nel corso delle ultime settimane si è sviluppato sui mercati azionari europei.

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